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calice ligure, centro storico pregiato appartamento d`epoca, ingresso indipendente, rimesso a nuovo con ampio giardino esclusivo, composto da ingresso a soggiorno cucina a vista, 2 ampie camere matrimoniali e bagno finestrato, termo autonomo e basse spese, ideale per investimento reddittuale, comprensivo di arredo se richiesto. occasione da non farsi scappare. posto auto privato di propriet . per info e appuntamenti si richiede recapito telefonico 3355333818. il comune è situato nell`entroterra di finale ligure, nella piana fertile sita alla confluenza del torrente carbuta con il torrente pora, il nucleo abitato è equilibrato e vasto, gli scenari montani tutt`attorno sono ricchi e suggestivi, il centro abitato è curato e in continua equilibrata espansione. l`antico territorio di calice, di cui non rimangono riferimenti e ritrovamenti di una possibile testimonianza di epoca romana, venne compreso nella marca aleramica di aleramo del monferrato dal x secolo[4]. in seguito, divenne possedimento di bonifacio del vasto nel 1091 e in successione al figlio di quest`ultimo: enrico i del carretto[4]. citato per la prima volta in un documento del 1233[5] e dominio quindi della famiglia del carretto di savona[4], il feudo calicese entrò a far parte del marchesato di finale seguendone le sorti[4]. proprio le fonti storiche locali testimoniano la fedelt dei calicesi verso il marchesato carrettesco, alleanza che nel tempo fu ricambiata con donazioni e protezioni da parte degli stessi marchesi, tra i quali nel 1449 dal marchese galeotto i del carretto che donò una coppa d`argento istoriato alla locale chiesa parrocchiale per la fedelt prestata nella guerra contro genova[4]. tuttavia, quasi cent`anni dopo le parti si rovesciarono e proprio dal borgo di calice, capitanate dal locale e umile contadino antonio capellino, prese avvio, nel 1558[4], la rivolta paesana contro il malgoverno del marchese finalese alfonso ii del carretto che ben presto si estese a tutto il marchesato[4]. una diffusa leggenda locale racconta che lo stesso antonio capellino, nel giorno del suo matrimonio, anziché consegnare la propria moglie per il rito feudale dello ius primae noctis, alla testa di un centinaio di uomini portò al marchese alfonso un`asina[4]. seguì pertanto le vicissitudini del marchesato finalese con la dominazione del regno di spagna dal 1598 al 1713[4], e del successivo acquisto da parte della repubblica di genova che mantenne il controllo del marchesato fino al 1796[4]. il territorio calicese fu teatro sul finire del xviii secolo degli scontri tra l`esercito francese e l`armata austro-piemontese nel 1794[4] e ancora nel luglio del 1795[4] con gravosi fatti di rappresaglie da ambe le parti. antica testimonianza della presenza di napoleone bonaparte e del suo esercito sono il ritrovamento delle trincee nella localit di pian dei corsi[4]. con la dominazione francese napoleonica il territorio di calice rientrò dal 2 dicembre 179.
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